La
BPCO, ovvero la
broncopneumopatica cronica ostruttiva, è una patologia che coinvolge le vie respiratorie ed è provocata dal loro restringimento cronico determinando difficoltà nella respirazione, più o meno gravi. Si manifesta con una ostruzione progressiva non reversibile del flusso aereo, dovuta ad un’infiammazione cronica delle vie aeree che coinvolge il parenchima polmonare – il tessuto che si trova attorno ai bronchi – comportando una riduzione della capacità respiratoria.
Fra i principali
fattori di rischio ricordiamo innanzitutto il fumo di sigaretta, l'inquinamento ambientale (smog e polveri sottili), l'inquinamento professionale (fumi e vapori) e gli inquinanti in ambiente domestico (biocombustibili). ? importante sottolineare che
la causa più diffusa rimane comunque il fumo di sigaretta, il cui fumo passivo è dannoso quanto quello attivo. Esiste anche una forma di BPCO su base genetica dovuta alla mancanza di un enzima, "alfa 1 antitripsina", ma fortunatamente è molto rara.
I
sintomi sono semplici e ben identificabili: tosse, catarro e dispnea, qualche volta accompagnati da respiro sibilante. La BPCO può essere caratterizzata da periodi di acuto peggioramento dei sintomi respiratori, chiamati
esacerbazioni o
riacutizzazioni, che hanno un importante impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti e accelerano il declino della funzionalità polmonare.
In Italia, secondo i dati , la BPCO colpisce il 5,6% degli adulti (circa 3,5 milioni di persone) ed è responsabile del 55% dei decessi per malattie respiratorie. Tuttavia, la prevalenza della malattia è verosimilmente ancora più elevata perché la
BPCO viene spesso diagnosticata nelle fasi avanzate, in occasione del ricovero ospedaliero per riacutizzazione, mentre le forme iniziali e lievi non vengono diagnosticate. Questo numero è destinato ad aumentare nei prossimi decenni a causa dell’invecchiamento della popolazione mondiale e dell’esposizione continua a fattori di rischio come il tabacco.
L’importanza della prevenzione
Si tratta di una patologia diffusa, prevenibile e trattabile, ma spesso
diagnosi tardive o errate portano i pazienti a non ricevere alcun trattamento, o a ricevere un trattamento incompleto. Una
diagnosi appropriata e tempestiva della BPCO può avere un impatto positivo molto significativo sui pazienti e sulla salute pubblica.
La prevenzione passa dall’eliminazione dei fattori di rischio modificabili, andrebbero dunque eliminate le principali cause quali:
- Il fumo: è importante ridurre o ancora meglio eliminare l’abitudine al fumo, evitando anche quello passivo;
- Sostanze nocive e irritanti in ambito professionale: attività che implichino l’utilizzo o la vicinanza a certe tipologie di vernici, metalli, ecc. richiedono corrette precauzioni, come l’utilizzo di mascherine che riducano la quantità di microparticelle inalate;
- Sostanze inquinanti: evitare l’esposizione ad ambienti con una qualità dell’aria particolarmente bassa;
- Controllo periodico dal medico curante: è dimostrato che il rischio d’insorgenza della BPCO aumenta con l’età. Anche se non vi sono sintomi preoccupanti, o malesseri significativi, è bene presentarsi di tanto in tanto per controllo di routine. Spesso chi fuma si ritrova con tosse e sottovaluta la possibilità che questa sia proprio indice e spia della BPCO nei suoi primi stadi.
Pur essendo una malattia cronica degenerativa progressiva risulta comunque
ben curabile utilizzando farmaci broncodilatatori e/o antinfiammatori cortisonici somministrati preferibilmente per via inalatoria, che consentono sia di respirare meglio sia di prevenire le riacutizzazioni. Infine, è
fondamentale nella cura della BPCO
modificare il proprio stile di vita smettendo di fumare e praticando
attività fisica, senza dimenticare l'importanza della prevenzione mediante la vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica.
Come si fa la diagnosi di BPCO?
La malattia è stata classificata in quattro diversi livelli di gravità:
- Stadio 0: soggetto a rischio, che presenta tosse cronica e produzione di catarro. La funzionalità respiratoria risulta ancora normale alla spirometria;
- Stadio I: malattia lieve, caratterizzata da una leggera riduzione della capacità respiratoria; • Stadio II: malattia moderata, caratterizzata da una riduzione più consistente della capacità respiratoria e da dispnea in caso di sforzo;
- Stadio III: malattia severa caratterizzata da una forte riduzione della capacità respiratoria oppure dai segni clinici di insufficienza respiratoria o cardiaca.
Quando un paziente a rischio, ovvero di età superiore ai 40 anni, fumatore o esposto all'inalazione di inquinanti atmosferici presenta tosse, catarro e affanno deve rivolgersi al proprio medico curante, il quale formula una diagnosi clinica di BPCO e richiede
l'esame cardine per la diagnosi strumentale di BPCO ovvero la spirometria. L'esame è semplice, indolore, facilmente accessibile e a costo ridotto, e misura la quantità di aria che nei nostri polmoni e soprattutto la velocità con cui questa aria esce, permettendo di evidenziare precocemente l'ostruzione bronchiale. Ai fini diagnostici può essere utile eseguire anche un RX o una TC al torace, quest'ultima soprattutto se si sospetta una BPCO enfisematosa.