I tumori del tratto gastrointestinale sono tra i più frequenti al mondo. Secondo i dati dell’,
nel 2022 il tumore del colon-retto è stato il quarto tumore più diagnosticato al mondo (dopo i
tumori al seno, alla
prostata e al
polmone); il
cancro allo stomaco segue a breve distanza, in sesta posizione (fonte:1).
In passato, la maggiore incidenza di questi tumori riguardava le persone con più di 50 anni; di recente, però, diversi Paesi - inclusa l’Italia - hanno registrato
un aumento dei casi anche nella fascia d’età più giovane (fonte: 2-3).
Per cercare di comprendere meglio questo fenomeno, abbiamo intervistato il dottor Alessandro Casadei, specialista di gastroenterologia ed endoscopia digestiva presso
Primus Forlì Medical Center.
Che cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi decenni per quello che riguarda l’incidenza delle neoplasie?
Secondo gli studi pubblicati dall’IARC si prevede, per il 2045, un aumento delle neoplasie in Europa superiore al 22%, percentuale peraltro molto più bassa rispetto a quella ipotizzata per gli altri continenti; i tumori a maggior crescita saranno rappresentati da quelli polmonari e pancreatici (questi ultimi soprattutto nella popolazione femminile) (fonte: 1).
Fortunatamente per alcune neoplasie, come quelle del
colon, si è assistito ad una
riduzione della mortalità imputabile ai significativi progressi diagnostici, in primis lo screening, e terapeutici: in pratica aumenta il numero dei soggetti che si ammalano ma anche di quelli che superano la malattia (Fonte: 4). Peraltro, una fonte di grande preoccupazione è costituita dalla
popolazione giovane per la quale, per quanto riguarda il tumore del colon-retto, appare
in aumento tanto l’incidenza quanto la mortalità della malattia (2-3).
Che cosa intendiamo per prevenzione dei tumori gastrointestinali?
Nel caso dei tumori del tratto gastrointestinale, possiamo individuare tre diversi livelli di prevenzione.
- Prevenzione primaria: è legata al comportamento e allo stile di vita delle persone; in questa categoria rientrano sia misure preventive valide per la maggior parte delle patologie oncologiche - come fare attività fisica o evitare alcol e fumo - sia misure specifiche per i tumori gastrointestinali - come evitare il sovrappeso, privilegiare un’alimentazione sana e bilanciata ed eseguire alcune vaccinazioni contro virus che possono predisporre allo sviluppo di tumori, come il virus dell’epatite B associato al tumore del fegato.
- Prevenzione secondaria: questo livello di prevenzione spetta al personale medico e sanitario e ha l’obiettivo di diagnosticare, mediante test di screening mirati, una lesione tumorale prima che sia clinicamente evidente (sostanzialmente si tratta di individuare il tumore tra l'insorgenza biologica dello stesso e la manifestazione dei primi sintomi). Nel caso dei tumori gastrointestinali, i test di screening si basano oggi su gastroscopie e test dell’Helicobater pilori (per il cancro dello stomaco; l’eradicazione dell’infezione da Helicobater pilori è considerata la migliore strategia per ridurre il rischio di sviluppare il cancro dello stomaco) oppure su ricerca del sangue fecale e colonscopie (per il cancro del colon-retto; l’attuazione delle campagne di screening ha condotto, negli ultimi anni, ad una graduale riduzione dell’incidenza generale del cancro del colon-retto) (Fonte: 2-3).
- Prevenzione terziaria: l’ultimo livello è volto a prevenire recidive e complicanze nei pazienti che hanno già avuto una diagnosi di tumore in passato; la prevenzione terziaria del tumore ha anche lo scopo e la finalità di reintegrare - dove necessario - il paziente in famiglia e nella società.
Perché la prevenzione è importante anche nei giovani?
Un aspetto degno di nota è il fatto che, negli ultimi anni, si è riscontrato un aumento nell’incidenza di tumori gastrointestinali nella popolazione giovane. La maggiore diffusione dei test di screening, volti ad una diagnosi precoce della malattia, può spiegare in parte questo incremento, ma verosimilmente potrebbero esserci in gioco altri fattori. A suggerirlo è il fatto che l’incremento di diagnosi non si riscontra solo nella popolazione solitamente oggetto di test di screening preventivi (nella fascia di età 50-69 anni) ma anche nella popolazione più giovane, con meno di 50 anni (Fonte: 2-3-4-5).
Quando un tumore tipico dell’età avanzata si presenta in giovane età, sovente esiste una predisposizione di tipo familiare, ma l’aumento di casi registrato negli ultimi anni nei giovani riguarda anche i casi sporadici, cioè non ereditari. Questo suggerisce un legame con lo stile di vita, in particolare con le abitudini alimentari; al riguardo si è visto che
la dieta mediterranea è in grado di ridurre di circa il 30% la percentuale dei tumori dello stomaco perché è ricca di fibre ma povera di alimenti conservati (affumicati)
e di carni rosse cotte alla brace (ricche di nitrosammine che possono aumentare il rischio di cancro) (Fonte: 2-3-5).
Quando è consigliabile anticipare il test di screening?
Per chi ha meno di 50 anni, è importante valutare la situazione clinica e la storia familiare.
Nel caso del tumore del colon-retto, la comparsa di sintomi eclatanti - come la rettorragia o una significativa modificazione dell’alvo, con comparsa di stitichezza - sono un segnale da non trascurare. Tuttavia, questo tipo di tumore
può impiegare anche 10-15 anni prima di dare segni clinici evidenti. Questo periodo lunghissimo di tempo è quindi un elemento prezioso per giocare d’anticipo e
individuare lesioni precoci anche in persone asintomatiche ma con una storia familiare di tumore al colon-retto (Fonte: 2-3-4).
In particolare, per le persone con meno di 50 anni ma con un parente di primo grado con una diagnosi di carcinoma del colon-retto, è consigliabile eseguire i test di screening
dieci anni prima dell’età a cui il tumore è stato diagnosticato al familiare (per esempio, se la diagnosi del parente di primo grado è avvenuta a 50 anni, è consigliabile iniziare lo screening a 40 anni). Indipendentemente da un discorso di familiarità, l’incremento dei casi di cancro del colon tra i giovani, registrato in diversi studi, ha indotto la a raccomandare di iniziare lo screening all'età di 45 anni e non a 50 (Fonte: 5). Queste raccomandazioni di vigilanza preventiva appaiono valide anche per la prevenzione del cancro dello stomaco mediante gastroscopia.
Esistono dei test genetici per le neoplasie gastrointestinali?
Tra le neoplasie gastrointestinali, una quota oscillante tra l’1 ed il 5% (alcune percentuali raggiungono anche il 10%) dipende da una predisposizione ereditaria, da fattori genetici. Si tratta di lesioni che possono interessare tanto lo stomaco che il colon (anche a livello pancreatico vi sono lesioni ereditarie che hanno un significato precanceroso). I test genetici devono ovviamente essere effettuati in casi ben specifici valutati dai genetisti; comunque, sinteticamente, sottoporre gli individui che sviluppano un tumore dello stomaco o del colon prima dei 50 anni ad analisi mutazionali potrebbe rivelarsi una strategia valida per far emergere sindromi ereditarie (Fonte: 2-3-4-5).
Fonte di riferimento:
1) Cancer TODAY | IARC - 08.02.2024;
2) Cavazzani et al. BMC Medicine 22:363; (2024);
3) Corso et al. European Journal of Cancer Prevention
4) Santucci et Al. Annals of Oncology 35; 308-16; (2024).
5) Er Vuik et al. Gut 68 (10):1820-6; (2019).